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Alterazioni metaboliche nello Scompenso Cardiaco
L’insufficienza cardiaca è una sindrome complessa per cui il cuore si indebolisce e la sua attività diviene insufficiente per l’organismo. Se si sviluppa un danno irreversibile a carico del cuore, il cuore stesso e tutto il sistema cardiocircolatorio si adattano mettendo in atto meccanismi di compenso. Se anche questi tentativi falliscono, si instaura l’insufficienza cardiaca cronica. Senza una riserva funzionale adeguata, il cuore si destabilizza e non risponde efficacemente alle richieste metaboliche degli organi. Queste destabilizzazioni possono compromettere la funzione residua del cuore e aggravare ulteriormente la situazione.
Nonostante i recenti progressi nella comprensione dei meccanismi fisiopatologici e negli sviluppi di nuove strategie terapeutiche, la prognosi dello scompenso cardiaco cronico è paragonabile a quella delle neoplasie maligne, con una mortalità tuttora elevata. Lo scompenso cardiaco colpisce oltre 14 milioni di europei e oltre 1 milione di italiani; il numero di persone che andranno incontro alla malattia è in crescita e si stima che raddoppierà entro il 2030.
Le cause dello scompenso sono raramente eliminabili. Per questo, la strategia migliore rimane comunque la prevenzione, attraverso:
- controllo della pressione arteriosa;
- controllo e trattamento della cardiopatia ischemica e reumatica;
- correzione dei vizi valvolari;
- controllo dei fattori di rischio (es. fumo o alcool);
- stimolazione dell’attività fisica.
A tutt’oggi il peso corporeo, assieme al parametro derivato del BMI, è uno dei parametri più utilizzati nella pratica clinica per la valutazione di ritenzione idrica e per l’identificazione dello stato nutrizionale. Nella sindrome dello scompenso hanno luogo molteplici fenomeni fisiologici quali, tra gli altri, ritenzione idrica e cachessia. Questi due fenomeni producono effetti contrari sul peso del soggetto: ad esempio, il sovraccarico di fluidi determina un aumento del peso, mentre la cachessia produce una perdita di peso. Su un soggetto affetto contemporaneamente da cachessia e ritenzione, il peso può tendenzialmente rimanere invariato a causa dell’ “auto-compensazione” in termini di chilogrammi di peso che questi due fenomeni comportano. BMI e peso corporeo in questi casi mostrano scarsa specificità e sensibilità alle variazioni in atto. L’analisi Vettoriale di Impedenza è una metodica in grado di rilevare, precocemente ed in maniera non invasiva, le più piccole variazioni di idratazione e i conseguenti processi catabolici ad esse associate. Le terapie diuretiche e nutrizionali con questo metodo possono essere controllate e guidate con accuratezza e sensibilità, indipendentemente dal peso corporeo. Con l'analisi vettoriale dell'impedenza bioelettrica (BIVA) si analizza la massa magra del corpo (FFM) intersecando il cosiddetto asse cellulare (diagonale da destra in basso a sinistra in alto) con l’asse dell'acqua (diagonale da destra in alto a sinistra in basso). Il punto di misurazione individuale fornisce informazioni sul numero e la qualità delle cellule corporee nnonché sul bilancio idrico del corpo. Le ellissi tracciate definiscono le aree di misura di un gruppo di confronto costituito da persone sane. Il posizionamento del proprio punto di misura al di fuori delle ellissi indica solo una differenziazione rispetto al gruppo di confronto.